Il lavoro: il PD Obama incontra Antonio Boccuzzi

img_2201.jpgIl Circolo del PD Barack Obama, ha avviato qualche giorno fa un discussione dal titolo “Morti Bianche”. Il tema è davvero scottante e doloroso, dopo l’ultimo infortunio collettivo registrato a Molfetta, la scia di dolore non solo non si ferma, ma neanche accenna a diminuire, ormai si toccano picchi di 3 morti al giorno.
A fronte di questo dramma umano e collettivo, Maria Cascella ha contattato Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto all’incendio della Thyssen Krupp, candidato e capolista in Piemonte per il PD, che si è detto disponibile ad offrirci la sua testimonianza.
L’incontro si è svolto in maniera “virtuale” nelle pagine del nostro Social Network dove Antonio ha gentilmente risposto alle domande dei nostri iscritti.

Sono Antonio… in questo momento sono qui con Maria vi mando un abbraccio e cominciamo a rispondere…

Alessandro Conti:
Una gran bella iniziativa… complimenti!
Il tema è uno di quelli delicati come la sicurezza sul lavoro… inizio io con una domanda proprio sulla sicurezza.
Qui a Carrara è stato “Licenziato delegato sindacale Cgil dell’azienda “Porto di Carrara SPA” per aver partecipato insieme ad altri lavoratori dei porti Toscani ad un convegno organizzato dalla Cgil e dalla Filt Cgil di Carrara e dalla Cgil e Filt Cgil Regionale per discutere dei porti Toscani, della loro necessità di svilupparsi sia dal punto di vista della quantità che della qualità, nel rispetto delle regole e con la garanzia del massimo di sicurezza per i lavoratori impegnati. Reo di aver parlato di sicurezza nei porti toscani e dunque anche in quello di Marina di Carrara. In seguito si e’ visto recapitare una contestazione disciplinare alla quale si e’ opposto, assistito dal sindacato, facendo presente che, in occasione del convegno, si era limitato a leggere una relazione elaborata e scritta in accordo con tutte le istanze del suo sindacato. Di ieri la lettera di licenziamento, “intimazione di licenziamento” si legge nell’oggetto, per giusta causa e con effetto immediato. La giusta causa per l’azienda, troverebbe la sua ragione nel fatto che ” la sua condotta, nell’occasione, e’ stata dunque consapevole e volontaria, e pertanto di fatto, divulgandola pubblicamente, Lei si e’ appropriato del contenuto di tale relazione”. “Un decisione incredibile e di una gravità assoluta – ha detto Patrizia Bernieri segretaria generale della Cgil di Massa Carrara – cui va aggiunta anche una minaccia di querela alla Cgil”. “E’ nostra intenzione – ha aggiunto – portare questo fatto all’attenzione di tutte le forze sociali e politiche e delle istituzioni locali e regionali”. In preparazione una lettera aperta che nei prossimi giorni sarà consegnata, tra gli altri, al sindaco di Carrara e al presidente della Giunta Regionale. L’uomo un anno fa e’ stato vittima di un incidente sul lavoro a causa del quale ha perso l’uso di due dita della mano.”
Ora, dico a lei che ha lavorato in fabbrica, è possibile che in Italia succedano ancora queste cose?
E’ possibile che non sia seguito uno sciopero generale?
Ad un giornalista, che chiedeva ai colleghi del licenziato perchè non si erano ancora mossi, gli è stato risposto così: Volevano fare uno sciopero anzi lo avevamo già bello che organizzato. Per sostenere Maro (l’operaio licenziato), contro questa decisione vergognosa di cacciarlo. Ma allora è intervenuta l’azienda e ci ha fatto sapere che era già pronta una squadra per sostituirci sulla nave, e che poi sarebbero scattate le sospensioni, da 10 fino a 17 giorni. E per noi vuol dire soldi in meno. Troppi soldi. Così abbiamo desistito”…Cosa pensa di questa vicenda?

Risposta: Alessandro purtroppo quanto è successo al delegato di Livorno è successo anche ad un altro esponente sindacale a Bergamo immediatamente dopo i fatti della thyssen , ha subito tre giorni di sospensione per aver denunciato i problemi della sua azienda, mi stupisce la reazione dei compagni di lavoro portuali di Carrara circa l’eventuale perdita economica, poiché in questi è fondamentale il supporto dei colleghi per tenere viva l’attenzione pubblica sulla questione sicurezza, sicuramente è anomalo il comportamento dell’azienda rispetto al trattamento che hanno deciso d’intraprendere ai danni del delegato .
Nel decreto appena firmato sono presenti risposte idonee per ovviare alle eventuali ritorsioni che potrebbero incorrere i lavoratori che si fanno promotori di denunce e di segnalazioni rispetto al comportamento tenuto.

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Silvia Ricordy:
Cosa si può chiedere, a una persona che ha vissuto un’esperienza come la sua? al calduccio del mio comodo studiolo, dove smanetto 24/7 senza correre altro pericolo che quello di restare senza sigarette, non posso dire altro che “mi vergogno”.
Ma, per dare un pur minimo contributo al dibattito, gli chiederei di fornici (e analizzare con noi) i dati numerici, se ne dispone, degli infortunî dei primi 2 mesi del 2008: sui giornali, quando si parla di numeri, ci si ferma al 2006, solo alcuni citano i dati del 2007.
Inoltre potrebbe essere opportuno, in tema di sicurezza sul lavoro, chiedergli di analizzare le misure che si dovrebbero adottare per rendere DAVVERO efficaci le norme che pure già esistono. E’ inutile, infatti, pensare di moltiplicare provvedimenti di legge in una materia che è già ampiamente normata.
La questione sta nel far emergere i motivi per cui spesso le leggi restano inapplicate, e nell’individuare (ed attuare) strumenti adeguati per farle rispettare. Sappiamo bene che le ispezioni, da sole, non bastano: i delegati possono anche denunciare situazioni di pericolo per salute e sicurezza (spesso rischiando di rimetterci il posto); gli ispettori possono pure fare le loro brave relazioni (quando non sono conniventi con le aziende); ma poi?
Credo che qui stia il punto: poi, troppo spesso, non succede NIENTE.
Può, Boccuzzi, dirci come, concretamente, il PD intende mettere mano non a nuove leggi, ma ai provvedimenti necessarî affinché le leggi esistenti risultino finalmente efficaci?

Risposta: Silvia ho letto la tua domanda su i dati tecnici , non sono in grado di dartene in questo momento, invece per quello che riguarda i numeri degli ispettori è stato concordato che saranno aumentati, ma il discorso non ricade solo sui controlli necessari, e neanche sulle sanzioni o pene, piuttosto l’incongruenza vera è nella lungaggine processuale che porta troppo spesso alla prescrizione dei processi in itere.
E’ utile comunque cominciare a pensare all’educazione per la prevenzione degli infortuni già in ambito scolastico-educativo, non solo a circoscriverlo all’ambito lavorativo, perchè in questo caso sarebbe troppo tardi alla formazione della coscienza collettiva della sicurezza

Chiara Sardelli:
Anche io sono la persona meno adatta ad intervenire. Quadro di una grande azienda ho ricoperto anche incarichi aziendali in cui sono stata una controparte dei sindacati ; ma la mia vergogna non viene da questa esperienza, se mai dalla consapevolezza che nel mio lavoro sotto un tetto e ad una scrivania, ho sempre rischiato poco. Il punto però non è questo. E’ capire come riuscire a dare più sicurezza ai nostri lavoratori. Oggi i manager ed i quadri intermedi ancora di più hanno un livello di attenzione a queste tematiche davvero pari a zero. Rimango convinta che il nocciolo duro del problema è capire se chi conta risponde di qualcosa e di cosa risponde. Secondo me risponde solo delle marchette che il sistema politico e non solo gli chiede di fare.
A questo punto la parola deve tornare ai lavoratori , a chi specialmente, è consapevole che ci rimette la pelle. E quindi anche a te che così tragicamente sei stato toccato da questa realtà.
Ha avuto modo di buttare giù un programma per il tuo elettorato? Può raccontarci qualcosa della tua campagna politica? Ci sono idee o richieste insistenti? Trovi nel PD l’appoggio che ti aspetti? Come hai coinvolto o sei stato coinvolto dal il PD in queste tematiche ?

Risposta: Chiara il mio programma elettorale è sicuramente incentrato TUTTO sulla sicurezza e sul lavoro, ma mi riconosco nel programma del PD:
1) la dote sui bimbi (2500 euro) è solo da comprendere le modalità più idonee.
2) riduzione irpef
3) la difesa dei diritti dei lavoratori come uno dei baluardi del programma elettorale.
Ho parlato della questione economica , perchè è fondamentale capire che migliorando il reddito , un lavoratore senta la necessità di difendere diversamente i propri diritti, se ricattato tale prerogativa verrebbe meno perchè minacciato nella sua condizione .
La bontà del programma del PD è la certezza del reperimento dei fondi per raggiungere gli obiettivi prefissi e promossi.

Delfo Curcio:
Aggiungo carne al fuoco.
Come per tanti, troppi argomenti, penso che la scuola abbia abdicato – salvo lodevoli eccezioni – ai propri compiti.
Perchè non andiamo, come sindacato, o meglio come RSU, nelle scuole a parlare di lavoro e di sicurezza?

Risposta: Delfo nel decreto si parla proprio di maggiore informazione-formazione nelle scuole di ogni grado e nelle università

Enzo Lodesani:
Voglio puntare il dito su un aspetto che a mio modo di vedere è uno dei punti principali su cui si deve intervenire. Parlo del problema giustizia. Fino a quando avremo che per avere una sentenza in un processo ci vogliono dagli otto ai dieci anni (ammesso che ci si arrivi) l’inasprimento delle pene non servirà a nulla. Ne sanno qualcosa i tanti lavoratori o i loro famigliari che per cause di questo tipo non sono riusciti a venirne a capo. Credo dunque che il punto del programma che riguarda la giustizia dovrebbe essere più esauriente circa l’impegno a normalizzare i tempi della giustizia.

Risposta: Enzo , sono assolutamente d’accordo con te tanto è vero che il mio primo disegno di legge , una volta in Parlamento, sarà come proposto da Guariniello la creazione di una procura nazionale sulla sicurezza, in modo da garantire che i processi vengano fatti e arrivino a sentenza, senza correre il rischio che cadano in prescrizione.

Filippo Zuliani:
Domanda per il candidato: lei che ha visto a distanza ravvicinatissima il fenomeno delle morti bianche, quale reputa sia “l’anello debole” del nostro ordinamento lavorativo? come lo cambierebbe per far fronte alle sempre più frequenti “morti bianche”? quali le risorse sociali ed economiche richieste al sistema per il cambiamento che lei vorrebbe realizzare? Grazie.

Risposta: Filippo ciò che manca secondo me è la coscienza a tutti i livelli, dal datore di lavoro fino purtroppo ahimé ad arrivare al lavoratore stesso, questo è sicuramente l’anello debole di tutta la questione.
Chi da una parte perchè mette davanti interessi economici , chi dall’altra perchè purtroppo essendo in una condizione facilmente ricattabile si presta a volte a svolgere lavori dove la sicurezza è carente.
Una delle prime proposte che ho fatto , quando sono stato investito della candidatura, è stata la richiesta di fondi, anche statali, per le aziende più piccole perchè non debbano essere costrette a scegliere tra sicurezza e competitività.

Filippo Zuliani:
che ne pensa dell’idea lanciata da alcuni di rivedere l’articolo 18 dello Statuto dei Lavatori per sostituirlo con forme di tutela più “deboli” ma comprendenti fasce più ampie di lavoratori? Nota: l’art18 si applica solo per le aziende sopra i 15 dipendenti (in Italia mi pare siano un po’ più del 50%, per tutti gli altri non vale, ma non vorrei dire una fregnaccia – se qualcuno sa il dato esatto mi corregga).

Risposta: ho letto la proposta di Ichino, mi sono sincerato che è solo il suo pensiero e non è assolutamente compreso nel programma del PD.
mi impegno a far mio il bisogno di difendere il diritto al lavoro anche alle aziende minori.

Alessandro Tavano:
Vorrei chiedere questo ad Antonio: quanta parte ha/può avere nel risolvere la situazione delle morti bianche la responsabilizzazione del dipendente sui propri diritti/doveri di sicurezza?
E poi: è possibile istituire un numero verde anonimo per le segnalazioni tempestive a polizia/carabinieri delle violazioni delle norme sulla sicurezza?

Risposta: Alessandro innanzitutto le segnalazioni si possono fare anche in forma anonima all’ASL, inoltre è stato appena creato un numero verde ANMIL e dall’ACLI per sostenere e aiutare i familiari di chi ha subito infortunio che può essere causa di mutilazione e purtroppo morte.

Purtroppo devo salutarvi sto partendo per Strasburgo per discutere al parlamento europeo della tragedia thyssen, e per provare a relazionarmi su un dramma grande quanto quello delle morti bianche a livello internazionale.
un abbraccio grande a presto ….

7 risposte a “Il lavoro: il PD Obama incontra Antonio Boccuzzi

  1. bello!

  2. mariacascella

    Volevo ringraziare per la collaborazione Olgher , fotografato tra me e Antonio, senza la cui collaborazione questa intervista non avrebbe mai avuto luogo.
    Olgher è un sindacalista torinese degli edili , che sta affiancando Antonio nella difficile campagna elettorale.
    Inoltre , un altro sentitissimo grazie lo rivolgo a Mauro Turri dell’agenzia girandola.web di Nichelino, che ha messo a disposizione e gratutitamente il proprio studio e attrezzatura.

  3. mariacascella

    Ringraziare sembrerebbe un obbligo di galateo, ma questa occasione mi ha dato la possibilitità di conoscere Antonio Boccuzzi, che in pochissimo tempo, suo malgrado, è diventato un simbolo per tutti coloro che per il lavoro hanno incontrato sulla propria strada dolore e lutto.
    Nel poco tempo tracorso insieme, nonostante non abbia alcun bisogno nè di pubblicità, nè di facile consenso, ha mostrato una disponibilità ed un’umanità impareggiabili.
    Il nostro Paese merita persone come Antonio.

  4. Gaetano Palmieri

    Certamente il Paese lo merita.
    Maria hai fatto un bel lavoro, ci hai fatto conoscere meglio Antonio e hai dimostrato che la sua non è una candidatura di testimonianza ma di contenuti.
    Non solo gli iscritti al nostro circolo ma tutti coloro che leggeranno questo blog, d’ora in poi, ne sapranno di più.

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