Abbiamo perso il Nord

di Alessandro Tavano

Abbiamo perso su tutta la linea. Anche la regione Friuli Venezia Giulia, guidata da Riccardo Illy per il centrosinistra, la cui riconferma era data per sicura.
Ieri sera, dopo lo spoglio delle schede provinciali e regionali, ci siam ritrovati con gli altri del PD per bere un bicchiere, e farci coraggio. Invece, abbiamo bevuto poco e ragionato parecchio, a partire proprio da Illy.

Vedete, il FVG era un laboratorio politico di grande importanza: governatore imprenditore, sostenuto da un’ampia coalizione di centrosinistra, guida illuminata e coerente, unità di intenti. Collaborazione vera e attiva con il Veneto (PDL) per l’Euroregione. Caso unico in Italia, una parte del paese sarebbe veramente entrata in Europa subito, coalizzandosi con Carinzia e Slovenia, accelerando il ritmo produttivo e di civilizzazione, depotenziando al massimo il legame lombardo-veneto.

Illy ha fatto leggi che hanno aumentato di molto il benessere e il grado di civiltà della nostra regione: per esempio il reddito minimo di cittadinanza, per cui chiunque perda il lavoro ha un salario buono e vantaggi nell’accesso ai servizi, oltre che corsi di formazione obbligatori per il reinserimento sul mercato. Una piccola UK, da questo punto di vista.
Con Illy, il FVG è diventata una regione leggera, flessibile negli intenti e inclusiva: da un lato ospita Innovaction, fiera internazionale dell’innovazione tecnologica, dall’altro favorisce la didattica in lingua madre nelle scuole. Futuro e identità.

Perché ha perso? Non c’è dubbio che l’accorpamento delle regionali alle politiche ha distrutto quei 6-10 punti di vantaggio netti che aveva sullo sfidante. Il mandato regionale scadeva a giugno 2008, e quindi lui ha anticipato di 2 mesi per risparmiare denaro pubblico. Meritorio.

Per rispondere occorre quindi riformulare la domanda: perché abbiamo perso il Nord?
Ironia della sorte, Illy aveva già predetto questo esito, nel suo libro intitolato appunto “Così perdiamo il Nord”. Compratelo, diffondetelo, fotocopiatelo, scannerizzatelo, soprattutto per chi abita nel Centro e nel Sud Italia.

Perché dice in poco più di 100 pagine tutto quello che dovevamo già sapere:

1. Che il vero problema italiano è il Nord, che produce per tutti mentre manca urgentemente da anni di infrastrutture fondamentali (TAV, passante di Mestre), anche per ridurre l’inquinamento (più treni, meno camion, meno auto: la regione FVG ha dovuto anche pagare i treni regionali delle Ferrovie per garantirli ai pendolari!).
2. Che il Nord è in Europa per tipo e ritmo di vita, mentre il resto dell’Italia, semplicemente, no.
3. Che molti esponenti delle classi dirigenti, soprattutto al di fuori della Lega (attenzione a questo passaggio!), vedono nella secessione un mezzo ora veramente possibile nel quadro europeo per realizzare l’autonomia economica del Nord (il federalismo fiscale di oggi fa ridere). Sapete perché? Perché il Nord ha le dimensioni e l’omogeneità strutturale di un piccolo stato: oggi i piccoli stati come la Slovenia e l’Irlanda prosperano perché gran parte delle incombenze finanziare e economiche (Banca Centrale, moneta unica) sono risolte a monte dall’Europa, e per questi servizi tutti gli stati europei pagano in percentuale sulla popolazione. L’essere piccoli e agili, nel contesto attuale di un’Europa degli stati (da quando è stato praticamente bloccato il processo di unione federale europea), funziona, è un vantaggio. E sono proprio gli stati piccoli quelli che detassano massicciamente il reddito d’impresa.
4. Che la Lega, lo diceva ieri sera a Ballarò Maroni sorridendo sornione e nessuno lo ascoltava (diceva la pura verità e nessuno aveva il coraggio di dire sì, è così: neanche Franceschini), non è che superficialmente il partito becero e xenofobo rappresentato dalle sparate di Borghezio, Calderoli, Bossi. La Lega in questi ultimi 10 anni, anche con i soldi di Berlusconi, ha investito a 1000 in formazione dei propri quadri dirigenti e sul contatto immediato con il territorio. Vi prego di ascoltare bene le parole che seguono, perché se non vivete al Nord forse quest’informazione non l’avete, ed è di capitale importanza per il nostro futuro. La Lega è un partito che ha un cuore dirigente che non si vede ma che è di altissimo livello, preparato sui temi economici e sociali, colto, capace di ascoltare Illy quando va a trovarli nella sede del loro parlamento del Nord, capace anche di concordare su alcuni punti, un gruppo dirigente moderno e vero. Ah per inciso, a parte le sceneggiate dell’acqua del Po, il parlamento del Nord pare essere un posto a grandissimo effetto comunicativo, tipo alto ufficio di rappresentanza istituzionale, perfetto. Questo gruppo preparato raccoglie e utilizza le energie dei militanti, alcuni (solo alcuni) dei quali sono tenuti sempre in stato di coinvolgimento emotivo dalle sparate xenofobe. Pensate che quando si deve parlare di istituzioni con la Lega si va da Borghezio? Sbagliato!

Un ultimo punto importante credo per noi come circolo, perché secondo me rimette in discussione la prospettiva illusoria che ci siamo creati, forse perché abbiamo guardato all’Italia e al Nord soprattutto dall’alto in basso, da Internet o da Londra, da Youtube o dal chiuso del mio ufficio, dalle metropoli (Roma/Milano) che rappresentano un’eccezione e non la regola del tessuto sociale italiano, o dal mondo delle Idee platoniche.

Lega, operai e giovani. Da noi gli operai e i giovani 18/19enni han votato in massa lega.

Anche i giovani che usano sempre internet: e questo lo dico direttamente a chi si compiace di una specie di vantaggio che avremmo come circolo rispetto al www. Falso. Abbiamo tantissimo da fare. Siamo indietro da matti. Al Nord votare Lega fa figo. Vi rendete conto? Altro che marketing on-line.

Gli operai votano Lega perché la Lega mostra estrema coerenza: i suoi esponenti non si contraddicono giornalmente l’un l’altro (vedi Sinistra Arcobaleno); i suoi esponenti non mostrano i soldi in vestiti e compiacimenti collezionistici di lusso, o feste (vedi Sinistra Arcobaleno); i suoi esponenti sono sul territorio appena possono, e il territorio sono anche le fabbriche, sono le persone che si lamentano del rincaro pazzesco del pane, dei furti, dell’insicurezza, e non trattano queste percezioni, sì percezioni, come fole del popolo bue (vedi Sinistra Arcobaleno e una parte del PD); i suoi esponenti, infine, non danno l’immagine di essere solo gli amici di registi, intellettuali, ecc. (vedi Veltroni e PD), ma di essere vicino alle persone comuni, che non sono cretine, che ragionano, e di cui bisogna capire e incontrare le esigenze.

A poco è valso il viaggio di Walter o di altri, a ridosso delle elezioni: è stato bello, interessante, pieno di persone, ma erano tutti già dei nostri o quasi.

OK, ora provo a scrivere qualcosa che abbia almeno il sapore di pars construens:

Saprà il PD investire al massimo sulla nostra formazione come attuali e futuri membri dei gruppi dirigenti, a livello locale e nazionale? L’unica mia volta alle Frattocchie come dirigente nazionale Arciragazzi era anche l’ultima in assoluto, la stavano vendendo per il Giubileo. Mi son portato a casa il decalogo del buon comunista. Che è tutto centrato sulla formazione. Da 10 anni il centrosinistra non fa formazione! Qui sta uno dei punti nodali della sua incapacità di leggere la realtà del territorio.

Sapremo noi come circolo utilizzare sia l’e-politics che i GT per la politica vera, del faccia a faccia, del confronto con le persone? Sapremo agire su entrambi i livelli, in sinergia di contenuti pur nella diversità dei metodi? Chi stacca come entità assolutamente separate anche nei contenuti l’e-politics dalla politica del territorio commette un gravissimo errore, secondo me.

Sapremo smetterla di sentirci scioccamente fighi e sapremo guardare in faccia la realtà più importante d’Italia, il Nord, e impegnarci in 5 anni, di lavoro duro, a fondo, metro per metro?

Non lo so mica sapete? E’ un lavoro grossissimo, senza ricompense per la maggior parte di chi vi si impegnerà. Ma l’unico che seriamente ci può dare delle chances fra 5 lunghissimi anni.

35 risposte a “Abbiamo perso il Nord

  1. Hai scritto un post stupendo, lucidissimo. Tu che odi le rubriche perche’ non ne fa una “Qui Friuli” e ci parli del Nord. Lo so, non piglieremo un voto in piu’ ma capiremo…

  2. Impegnamoci tutti per il ballottaggio a Roma.

    DIFENDIAMO ROMA: ALEMANNO NON SARA’ IL MIO SINDACO.

    http://www.14ottobre.ilcannocchiale.it
    http://www.unmaredistelle.ilcannocchiale.it

  3. mariacascella

    alessandro non ho parole.
    splendido, spero lo leggano in tanti e molti dirigenti del pd comincino a farsi un po’ di esami di coscienza.
    con la saccenza e l’ignoranza si fa poca strada.
    maria

  4. Caro Circolo e cara Esse,
    il punto di vista espresso da Alessandro Tavano è effettivamente di
    grande interesse. Diciamo pure che, per noi (come hai detto?)
    romanometropolitansconfittipiangentiincazzati, apre squarci di realtà
    difficilmente raggiungibili standosene attaccati alle Mura Aureliane (o
    magari ai navigli). Insomma, dà un significativo aiuto a spiegare la
    sconfitta.
    Ciò su cui invece aiuta poco è la ricerca della via più efficace per
    cominciare a tirarsi su dalla batosta. Perché, se l’unica cosa da fare
    è battere la campagna del Nord costellata di capannoni e i piccolo-medi
    centri che punteggiano il bacino padano-veneto, è presumibile che
    l’unica conclusione che se ne possa trarre è quella di doversi
    iscrivere senz’altro alla famiglia leghista.
    Sappiamo bene (anche se, magari, solo per sentito dire) che quelle
    sono terre prospere ed europee. Sappiamo anche che in esse, venuto
    meno il plurisecolare collante parrocchiale (alla prete dell’albero
    degli zoccoli, per intenderci), il localismo e gli animal spirits sono
    rimasti quasi uniche componenti di una koiné culturale. E che la buona
    e moderna amministrazione è la disciplina che civilizza queste
    componenti evitandone la belluina conflagrazione.
    Tutto ciò merita riconoscimento e rispetto: cosa che probabilmente non
    avevamo capito. Ma ora che l’abbiamo capito resta intatto un
    interrogativo: il modello così tracciato è perfetto? E’ l’ideale cui
    dobbiamo tendere? E ancora: bene (per i loro abitanti) le piccole
    patrie, che sono in grado di sfruttare l’appartenenza all’Europa per
    risparmiare sui costi, ma se tutti facessero così, chi pagherebbe le
    spese di Mamma Europa? Perché non potrebbe proclamarsi piccola patria
    fra le altre piccole patrie europee l’Umbria modello S. Francesco, o la
    Toscana modello Lorenzo, o il Montefeltro modello Federico, o il
    Parmense modello Maria Luigia, o ancora – perché no? – il Riminese
    modello Fellini? Tutti bei posti, che l’Europa apprezza e per molti
    aspetti invidia. E in cui si vive bene non meno che fra Trieste e
    Udine, tra l’Adda e il Ticino, tra il Brenta e il Bacchiglione.
    Solo che non hanno, queste terre, la ventura di confinare con stati-
    nazione altri dall’Italia. Gli è più difficile, dunque, anche al tempo
    della rete, fondersi – che so? – con la Provenza, il Brabante, il Kent,
    lo Jutland, il País Valenciano, l’Estonia.
    Può essere, allora, che nel cercare – con fatica, senza scorciatoie –
    una via per riaffermare il significato perduto dell’idea di sinistra,
    si possa evitare di restare abbacinati dall’idea di farsi una piccola
    Europa prêt-à-porter a uso di chi già sta benone. E si possa restare
    convinti che forse non basta circolare per le strade e le osterie
    (autentiche o metaforiche che esse siano) per fare qualcosa di più che
    assorbire e risputare tal quali gli umori della “gente”, nel patetico
    tentativo di battere Bossi & C. sul terreno che è loro proprio e sul
    quale non è possibile superarli. Un po’ come sarebbe difficile a un
    europeo battere nella corsa, a piedi nudi, un Masai che lo sfidi nelle
    pianure riarse della regione africana dei grandi laghi.
    Rianimare quell’idea, in termini non nostalgici ma adeguati all’oggi,
    non è possibile se non guardando un po’ più in là dell’interesse
    immediato. Mostrando la praticabilità di un interesse più ampio,
    inclusivo, potenzialmente universale. Un interesse capace – sì – di
    ricomprendere quello particolare e immediato senza puzze sotto il naso,
    ma nella consapevolezza che quello può avere autentico soddisfacimento
    solo se riconosce se stesso come parte. Parte capace di contribuire a
    determinare il tutto, ma senza staccarsene per pretendere di essere –
    essa – il tutto.
    Forse è, il mio, solo uno sfogo. Ma l’idea delle tante piccole Europe
    conseguite per smembramento di comunità più vaste mi pare un
    arretramento grave. Forse una perdita per tutti. Anche per chi
    sa amministrarsi bene. Compresi quelli che le loro piccole Europe
    vorrebbero costruirsele a spese dell’Europa di tutti. Il parassitismo
    cafone (e mafioso) del Mezzogiorno va rapidamente superato. Ma non
    sostituendolo con un parassitismo signore del Nord (ancorché d’una
    signoria in buona parte ben guadagnata) a spese dell’Europa di tutti.
    Questa è una parte importante della sfida che ci attende dopo queste
    elezioni: riconquistare il Nord all’Italia, non favorirne la fuga in
    un’Europetta danubiana di scarso momento e di dubbio avvenire.

    Stefano Sacconi

    [p.s. Per la redazione. Questo è evidentememte un intervento di risposta, non un commento. Ma non sapevo come farlo avere al circolo, di cui peraltro sono socio. Potete collocarlo voi adeguatamente? Grazie mille]

  5. Bellissimo pezzo, leggerò sicuramente il libro di Illy. Perchè ci ho trovato molte cose vere in questo post, e inizio seriamente a ricredermi sulla mia analisi del Nord, che pensavo esatta e completa dalla mia comoda posizione di abitante di Milano: in effetti, non è così. Direi che ora si parte dall’eliminare il nostro ridacchiamento davanti a ogni sparata dei Borghezio e dei Calderoli, perchè così non ci sforziamo di capire proprio niente; ora, avanti con tutti i dubbi possibili. Chiudo con un’ovvietà: abbiamo perso anche il Sud. E anche lì c’è molto da ragionare. Mi auguro un post anche su quello.

  6. Bello. Talmente bello che… mi ha fatto venire voglia di diventare leghista.

    Sì, perchè se loro sono così bravi, così efficienti, così europei, così moderni, così perfettamente calati nella realtà del territorio… in breve, se LORO sono già quello che NOI vorremmo essere… allora NOI cosa ci stiamo a fare?

    Al di là della battuta, il punto è ben spiegato da Sacconi qui sopra, cerco di riassumere brutalmente per chi l’avesse saltato: ci sarà pure qualche cosa che ci distingue, no? Oltre a imparare a fare bene quello che loro già fanno, dovremo pure associare a ciò un valore aggiunto, etico o morale o politico o come vi piace chiamarlo, che giustifichi il nostro essere di sinistra (ammesso che lo siamo ancora)? Altrimenti, non è che per batterli tocca trasformarci in loro cloni?

  7. sacrosante parole.

    un elettore toscano

  8. tutto dolorosamente vero, soprattutto i dubbi come pars contrunes.

  9. Eugenio Angelillo

    Sara’, ma vivendo al nord, tutta sta formazione della Lega io non la vedo. C’ho la loro sede a 100mt da casa. Mai una volta che l’abbia vista aperta, la loro presenza si limita a qualche gazebo ogni tanto. Iniziative sul territorio? Zero spaccato.

    Secondo me stai prendendo una cantonata allucinante.

  10. Concordo pienamente con Alessandro, anche sulle proposte che ovviamente devono essere approfondite. Ma penso che su questo sia d’accordo lo stesso Alessandro.
    Aggiungo una sola notazione: oltre alla questione settentrionale per il pd c’è un altro grande problema la questione meridionale. In alcune regioni del Sud si è verificata una forte riduzione dei nostri consensi. Per non parlare di quello che è avvenuto in Sicilia.

  11. Da Udine concordo anche io pienamente. Vien quasi voglia di iscriversi alla Lega per fare, finalmente, qualcosa di coinvolgente, per sentirsi un po’ in comunità… dopo anni di cose così: http://ildan.wordpress.com/2008/04/17/liberazione/ . Si può fare qualcosa di bello anche noi?

  12. Pingback: Liberazione « ildan

  13. C’è una cosa che non ho capito. Dice che la Lega ” è vicina alla gente”, che è sul territorio, etcc..Ok, bene. E non voglio essere sarcastica, anche perchè giuro che ho pensato di votare Lega anch’io, per qualche tempo. Però, qui leggo che al Nord vogliono le infrastrutture, e la Tav. Ma la Lega non era tra quelli che appoggiavano la protesta? Non si starà un pò nella valutazione di questa Lega, spinti dal suo buon risultato? Non sarò che scavando ancora si troverà che il voto alla Lega è ancora più di pancia di ciò che si crede?

  14. La protesta contro la Tav, ovvio. Ma davvero forse si vuole vedere un po’ troppo rosa questo ” radicamento ” della Lega. Qaunto è impulso reale e quanto è ribellismo SENZA reale progetto?

  15. Pingback: Silvio davanti e dietro tutti quanti « Contromano

  16. Pinco Pallino

    Scusami, Alessandro, ma condivido poco quel che dici, e sai qual’è il motivo? Il motivo è che sei PESANTE. E viceversa, condivido molto quello che ti ha risposto Eugenio Angelillio, e sai perchè? Perchè Eugenio è LEGGERO.
    Non ti so spiegare meglio questo concetto, e neanche vorrei che tu te la prendessi.
    Comunque, permettimi un suggerimento: oltre al libro di Illy, leggiti anche “Lezioni Americane” di Italo Calvino (ed. Garzanti, 1988). La sua introduzione (e riassunto) è il seguente: “Six memos for the next millennium: 1- Lightness, 2- Quickness, 3- Exactitude, 4-Visibility, 5- Multiplicity, 6- Consistency”.
    Non prendertela.
    Pinco Pallino, simpatizzante non iscritto.

  17. …io invece credo che Alessandro abbia molte ragioni. Tante persone che conosco al Nord, colte ed intelligenti, hanno votato Lega. Finché sottovaluteremo la Lega continueremo a perdere.
    Ciao,
    Luca

  18. Alessandro Tavano

    Ha ragione Pinco Pallino. Solo che precisione (exactitude) e leggerezza (lightness) convivono da vicini scontrosi.

  19. Alla questione della formazione aggiungerei quella della selezione. Io vedo al livello territoriale una chiusura ancora più forte di prima verso le forze nuove. Il dover dividere le cariche tra due partiti ed il cercare di accontentare le innumerevoli correnti ha determinato situazioni spesso paradossali. Poi per mascherare un meccanismo di scelta basato sulla fedeltà piuttosto che sulla qualità abbiamo cercato la novità mediatica con qualche candidatura mirata.
    Ora abbiamo capito che la cooptazione di qualche imprenditore sventolato come bandiera non sostituisce la costruzione del consenso. Io ricomincio da qui, con tutti voi dove posso mglio spendere le mie energie.

  20. Se tutto è così bello, se non riuscite a vedere il buco nero che si nasconde dietro al voto leghista, beh allora la prossima volta votate direttamente la Lega e fatela finita.
    Una cosa è capire perché sono stati votati, un’altra è appiattirsi sulle loro posizioni.
    Altro che sinistra, altro che centrosinistra, pare che voi del PD siate di destra.

  21. Francesco, io ci sono.
    Chiara

  22. Un ultimo appunto, non particolarmente originale, sulla Lega. La Lega è stata alleata delle sinistre dopo il governo Berlusconi I. D’Alema ha detto qualche tempo fa che l’anima della Lega è di sinistra. Prodi ha chiesto soccorso alla Lega per l’ultimo voto di fiducia (affermazione questa fatta dalla Lega, ma mai smentita con chiarezza). Insomma, non è che in passato il contrasto tra sinistre e Lega sia stato così netto e cristallino. Secondo me questo la gente se lo ricorda…

  23. bel post, bella analisi, concordo… finalmente si inizia a parlare così… la sintesi e la risposta (nostra) sono tutte da costruire…
    concordo e supporto totalmente anche il discorso e-politics/territorio, la mia doppia appartenza mi ha permesso di toccare con mano la cosa (con grande rischio schizofrenia.. ;o)), bisogna capire cosa vogliamo fare da grandi… (come mille)…

  24. Dr. Stephen Falken

    Concordo con Mj, vivo in Friuli e posso dire che c’è stato un grosso scollamento tra gli elettori e i politici sui temi ambientali. Forse anche questo ha contribuito alla sconfitta.

  25. Salve a tutti,
    sono un ragazzo di 19 anni e sono del Nord (precisamente da Vicenza) e leggo con molta sorpresa questo post che fà finalmente luce su una questione, quella del Nord, da cui tutti sembrano caduti dalle nuvole. Cosa pretendavate? Che stessimo buoni buoni per sempre? Uno dei motivi per cui la Lega ha preso tanto piede è che la popolazione si è sentita abbandonata dal governo di Roma, troppo impegnato a ciucciare soldi ai cittadini e a far finta di risolvere i problemi del Sud (nella maniera sbagliata aggiungerei). La gente non ne può più delle carognate dei politici e quindi, confusa, si rifugia negli estremi, che saranno radicali, superficiali, ecc. ma sono sicuri, coerenti e drastici…
    E’ passato il tempo delle mezze misure e dei compromessi, servono misure drastiche per rimetterci in carreggiata.
    Un esempio, è quello dei condannati in Parlamento, cosa di cui tutti sembrano fregarsi quando invece è gravissima. Il PDL ne avrà 56 tra condannati in vario grado, in attesa di giudizio, ecc. ma il PD ne ha comunque 18!
    L’ unico decente è di Pietro in questo caso, visto che è l’ UNICO partito a non avere candidati che hanno avuto a che fare con la giustizia. E questo è solo un esempio.
    E poi è ovvio che la gente ha perso la fiducia nel centrosinistra, sono sempre a litigare invece di fare fronte compatto e occuparsi dei problemi della gente. Anche se però bisogna dire che la colpa di questi 2 anni di instabilità sono colpa della legge elettorale di merda che il Berlusca ha fatto a puntino 2 anni e 2 mesi fa. Prodi però era l’ uomo giusto e ha provato a cambiare le cose anche se non c’è riuscito dato che la sua fragile maggioranza non faceva altro che litigare al suo interno.
    Sapete, quasi quasi mi candidavo io perchè non ne potevo più di tutte le puttanate degli stronzi che ci sono adesso, ma ho desistito visto che la legge e la mafia non me lo consentivano.
    Preciso che io non ho votato Lega, ma PD anche se non avrei voluto neanche votare, vista la situazione.
    W gli italiani!

  26. Dr. Stephen Falken

    Concordo con Manu T per quanto riguarda Prodi. Ha fatto miracoli e lo ringrazio per quel poco che può servire. Aggiungo quanto detto su un altro forum: la questione dei rifiuti è stata devastante al nord.

  27. Eugenio Angelillo

    Io credo che, alla fine, Alessandro ma anche tanti altri amici, caschino nella classica reazione post-sconfitta. L’avversario ci sembra piu’ grande e temibile di quello che realmente e’. Le cose invece sono molto piu’ semplici di quanto sembrino. Quali sono le maggiori paure che oggi ci sono in Italia? Poverta’ e sicurezza/immigrazione. Chi ha dato le risposte piu’ chiare e piu’ semplici a questi problemi (non che siano le risposte giuste)? La Lega.
    Da sottolineare anche che la Lega e’ stato un ottimo sfogatoio al Nord per l’elettorato di destra che non sopporta il B. Da questo punto di vista Maroni ha fatto benissimo a dire che per lui gli eroi erano Falcone e Borsellino e non Mangano

  28. sono del nord anch’io, nato in Veneto, migrato a Bologna, ora a Roma ma ci vivo da pendolare.
    Secondo me una parte considerevole del voto alla Lega (quanto meno nelle grandi città) viene dal movimento di protesta – che io ritengo BENEMERITO – guidato da Grillo. Lo dicono anchegli studi di Pagnoncelli (ci si può fidare?)
    Io che ho votato PD ho un’impressione. Mi ha molto seccato che non siano state organizzate delle primarie per votare i canddati di lista. Forse c’erano problemi organizzativi insuperabili, ma l’idea non è stata nemmeno lanciata. Sono profondamente convinto che sia stato un errore GRAVISSIMO.
    Ma forse quando si tratta di poltrone vere e in certo modo sicure certe cose non si VOGLIONO fare … voi che dite?

  29. Ciao. Sono un bolognese, ventunenne, da sempre convintamente di centro destra, e molto saltuariamente blogger. Ti dispiace se copioincollo il tuo splendido e lucidissimo post da me? Ovviamente citando autore e mettendo il link. fammi sapere se posso.

  30. Bellissima analisi del problema, bel lavoro, leggerò il libro di Illy. Distrugge un po di stereotipi folcloristici sulla lega.
    Da Siciliano mi piacerebbe leggere un’analisi cosi attenta anche dei motivi per cui non si riesce a vincere li. Si è dimostrato con queste elezioni che alla base popolare siciliana non bastano i discorsi sull’antimafia, ha bisogno di risposte sui problemi di tutti i giorni, ed evidentemente il Pd non riesce a dare una risposta convincente. Se li si vanno a guardare i risultati nei paesini anche più piccoli , li abbiamo preso una media del 20% dei voti, il resto era tutto dall’altra parte. Perchè? Perchè semplicemente li non esistiamo!

  31. Condivido molto quello che dite, solo una sottolineatura che anche cio che dice Illy in parte è vecchio e che ogni idea/proposta va rivista in modo aggiornato.
    Il TAV è una infrastruttura il cui progetto è vecchio di 30 anni. Ma siete veramente sicuri che è quello di cui ha bisogno il paese per fare il salto di qualità? Impegnare tutti quei soldi per avere che cosa?
    Tanto le merci sui treni non vanno, è anti-economico. Sono piu utili le strade e le autostrade nei termini economici attuali.
    Io non ne sono piu certo.. ma se invece si portasse la fib. ottica a tutte (TUTTE, mannaggia a Telecom) le case italiane? (hey, non per vedere la pay TV, ma per avere tutti su Internet). Se invece investissimo qualche miliardo su un settore industriale/scientifico in cui possiamo eccellere? Alcuni parti dell’industria italiana stanno facendo bene sui nuovi mercati, qualità, design, ingegneria meccanica e molti altri.

  32. gilberto zangari

    Siamo tutti d’accordo, nella penisola esistono, non una, ma 3 italie (Chi si ricorda più il vecchio libro di Bagnasco e Messori degli anni ‘70 “Le tre italie”?). Oltre alle disparità economiche e sociali, ciò che le divarica è, a mio parere, anche la considerazione che queste hanno dello Stato (in senso ampio).
    Fateci caso: dal sud al nord esistono 3 modi diversi con cui la gente vede lo Stato: una mucca indegna di rispetto e corrotta al Sud, una mamma al centro (emilia romagna, toscana, ecc), un nemico stupido e vorace al nord. Sto semplificando evidentemente….

    Fare questa constatazione non è folcloristico, ha precisi riflessi politici, ad esempio sul piano della classe dirigente.
    Facciamo il caso del sud, di fronte ad una percezione dello Stato come “mucca” la risposta della destra di Cuffaro o Lombardo è “tranquilli ci pensiamo noi a farle produrre regolarmente “latte” (=finanziamenti) e darlo a chi deve” non interessa che sia corrotta e ignobile.
    La nostra risposta qual’è? Al di là delle ricette da campagna elettorale, io credo che dovrebbe consistere nella creazione di una classe dirigente (politici, amministratori, ecc) di ottime qualità morali e professionali capace di gestire bene le risorse e i servizi pubblici e per questa via ridare autorevolezza allo stato.

    Problema simile, ma di ordine opposto al Nord. Se lo stato è nemico dobbiamo trasformarlo in amico! I politici e gli amministratori devono essere vicini alla gente: le primarie dovrebbero essere regola e poi strumenti di ascolto della popolazione, ricordate come funzionavano le vecchie case del popolo o i circoli Acli?
    Anche qua in Emilia Romagna non è tutto oro ciò che luce, la Lega è cresciuta di molto nelle preferenze e ciò perché il vecchio comunismo da fattore identitario si è trasformato in buona amministrazione e burocrazia. Si anche qui c’è il problema della selezione della classe dirigente.

    Se vogliamo riunificate l’Italia, dobbiamo arrivare dal nord al sud a condividere un’unica idea di stato e per farlo dobbiamo creare una classe dirigente di valore. Pensiamo di fare qualcosa in questo senso? (il fenomeno Bassolino è piuttosto sconfortante al riguardo) Quanto prevediamo di investire per averla? che precorso di formazione stiamo disegnando?

    Mi ha colpito una frase del post di Alessandro che dice “La Lega in questi ultimi 10 anni, anche con i soldi di Berlusconi, ha investito a 1000 in formazione dei propri quadri dirigenti e sul contatto immediato con il territorio” non mi pare sia stata ripresa da altri. A questa frase occorre invece prestare molta molta attenzione. A mio parere su questo tema si gioca il futuro del PD e più in generale dell’Italia, quella con la I maiuscola..

  33. Ahime pessime notizie….grazie Alessandro delle informazioni che ci dai…credo proprio che ci sarà molto da ricostruire

  34. Dai, rispolveriamo questo bel post. Così dai, dopo lo strage di Castelvolturno, dopo l’omicidio di Abdul a Milano, vediamo se avete ancora il coraggio di affermare che la Lega deve essere seguita, dai su. Dai, “leggiamo la realtà del territorio” invece di cercare di modificarla! Dai, siamo “coerenti” come loro, invece di spezzare un’omologazione culturale aberrante. Se po’ fa dai. Meno male che voi siete il futuro.

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