La candidatura

E le prime reazioni: Ivan, iMille, Ciwati, Champ.

2 risposte a “La candidatura

  1. Credo che invece debba creare le condizioni per far emergere un altro candidato alla segreteria che dica apertamente come intenderà organizzare il Partito Democratico mettendo al centro del dibattito il tema della selezione delle classi dirigenti: ovvero le PRIMARIE VERE che sappiano far accendere il cuore e la partecipazione delle persone appassionandole ai temi ed ai problemi che essi vivono nei territori. Deve dire come il Partito Democratico può intercettare i problemi sul territorio e risolverli al livello giusto (regionale, comunale, nazionale, Europeo). Questo deve fare il segretario. L’elaborazione dovrà essere poi affidata a diversi gruppi dirigenti territoriali per le strategie, nazionali per i valori di fondo.

  2. L’Ulivo è stato prima di tutto una innovazione categoriale rispetto ad un quadro politico precedente che opponeva modelli di tipo socialista-democratico a un fronte conservatore-democristiano. Ha sdoganato gli ex anticomunisti dall’anticomunismo, e gli ex comunisti dall’ex-comunismo,….. Obbligando la politica a esplicitare una esigenza di nuova bipolarità che opponesse i riformatori alla destra berlusconiana (altre destre in Italia non ci sono, e Berlusconi non è stato inventato dagli antiberlusconiani purtroppo…) aveva enfatizzato il superamento delle appartenenze, cercando l’unità su un progetto per il paese.
    La decisione di aderire ad un nuovo soggetto nel parlamento europeo risolve l’anomalia italiana, ma nello stesso tempo può diventare l’occasione per far crescere uno schema più avanzato, ed esplicitare che quello che è veramente anomalo è segnalare le proprie collocazioni europee su schemi secolari e ormai inespressivi. L’Ulivo può diventare una frontiera europea, comunque venga chiamato, dopo la rottamazione culturale cui lo ha condannato una dirigenza del centro-sinistra che non vi si era mai adattata, nonostante i cittadini ‘abbiano fatto vincere due, e le uniche due volte.
    Adesso che anche i partiti socialdemcratici europei sono usciti puniti dalle elezioni è necessario riprendere una riflessione su cosa sia oggi una nuova proposta, che legga le nuove fratture e i nuovi rischi della società e che dia nuove risposte. Per esempio è inaccettabile che noi non si discuta del perché le categorie protette votano più a sinistra e quelle non protette, operai compresi, votano più a destra. Perché le risposte ai timori e alle incertezze sul futuro vengano dalla Lega piuttosto che dal Pd per molti ceti popolari. Perché l’economia verde sia considerata ancora un peso e non un volano. Perché non possiamo non essere profondamete europeisti.
    Si avverte il rischio di un ritorno alla polarizzazione sui temi etico-religiosi su cui l’Ulivo aveva permesso l’apertura di un confronto aperto e sciolto dagli schieramenti: lo spostamento del voto dei cattolici verso il centrodestra suggerisce comode derive per cui a destra si coltivino cleriacalismo e ossequi lobbistici alle gerarchie e a sinistra ci si alimenti di semplicistici anticlericalismi. Neanche i comportamenti di Berlusconi sembrano diminuire l’indulgenza nei suoi confronti di quei difensori della morale che giudicavano il riconoscimento delle coppie di fatto un attentato all’integrità del paese.

Lascia un commento