da Leonardo
Riassunto delle puntate precedenti: nel 1929 Mussolini e Pio XI si mettono d’accordo per qualche centinaio di metri quadri affacciati sul Tevere e un’ora di religione nelle scuole di ogni ordine e grado. Mezzo secolo più tardi l’ora diventa facoltativa. L’estate scorsa il Tar di Roma stabilisce che il voto, anzi, il “giudizio” del docente di religione, non debba entrare nel Credito scolastico. A questo punto il Ministro fa ricorso al Consiglio di Stato. L’altro giorno pubblica un comunicato in cui sostiene che il Consiglio gli ha dato ragione. A venti giorni dagli scrutini, mentre studenti e docenti brancolano nel caos totale (nel primo quadrimestre religione non faceva media e adesso sì; fino a una settimana fa sembrava che il docente non dovesse venire agli scrutini e adesso sì), la scena è allietata da alcuni personaggi, mi piace figurarmeli come tre burattini, che festeggiano o inveiscono secondo copione.
E se le battute del copione vi sembrano poco ispirate, avete ragione. C’è un po’ di stanchezza in giro, recitare è faticoso, han tutti bisogno di vacanze. Ma secondo voi cosa c’è sotto i burattini? Continua a leggere