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La danza delle ore

da Leonardo

3 burattini stanchi

Riassunto delle puntate precedenti: nel 1929 Mussolini e Pio XI si mettono d’accordo per qualche centinaio di metri quadri affacciati sul Tevere e un’ora di religione nelle scuole di ogni ordine e grado. Mezzo secolo più tardi l’ora diventa facoltativa. L’estate scorsa il Tar di Roma stabilisce che il voto, anzi, il “giudizio” del docente di religione, non debba entrare nel Credito scolastico. A questo punto il Ministro fa ricorso al Consiglio di Stato. L’altro giorno pubblica un comunicato in cui sostiene che il Consiglio gli ha dato ragione. A venti giorni dagli scrutini, mentre studenti e docenti brancolano nel caos totale (nel primo quadrimestre religione non faceva media e adesso sì; fino a una settimana fa sembrava che il docente non dovesse venire agli scrutini e adesso sì), la scena è allietata da alcuni personaggi, mi piace figurarmeli come tre burattini, che festeggiano o inveiscono secondo copione.

BURATTINO MINISTERIALE
Il consiglio di Stato ci ha dato ragione! La religione è importante e noi l’abbiamo sempre saputo.
BURATTINO LAICO
È una bieca discriminazione! Chi decide di non fare religione dovrebbe avere gli stessi diritti degli altri!
BURATTINO PRETE
Non passerete! Giù le mani da ora di religione e crocefissi.

E se le battute del copione vi sembrano poco ispirate, avete ragione. C’è un po’ di stanchezza in giro, recitare è faticoso, han tutti bisogno di vacanze. Ma secondo voi cosa c’è sotto i burattini? Continua a leggere

Dipende dal “teo”

dal blog di Civati

Sottotitolo: “da quale pulpito”. Incredibile intervista di Francesco Rutelli (mi tocca pure linkare il Giornale). La parte più interessante è quella dove il superlaico Rutelli (a volte ritornano?), laico alla francese, dichiara: «occorre anche una “dichiarazione di laicità”. Che valga per tutti, e serva per separare esplicitamente il comando religioso dai doveri verso la Repubblica». Ora, posso sbagliare, ma mi pare che sia stato lui, prima di andarsene, a sostenere quella corrente, detta dei teodem, che ci illustrava quotidianamente i pericoli di una difesa della laicità dagli sconfinamenti della religione. In Parlamento, ricordo, una sua teoamica votò contro il nostro Governo e si augurò che intervenisse lo Spirito Santo per fermare il voto dei senatori e ricondurli alla ragione (già). Ora, dice, ci vuole una solenne e incontrovertibile «dichiarazione di laicità», perché c’è il pericolo che i fondamentalisti rovinino le nostre vite. Magari vengono qui e ci impongono la legge 40. Fermateli!

Guerra di religione

Per chi se lo fosse perso, intenso scambio epistolare fra Tito Boeri e un Sartori superficiale e arrogante.

Qui, qui, e qui.

[UPDATE: Lorenzo nei commenti ci viene segnala anche gli avanposti della battaglia in rete]

[UPDATE(2): Sempre nei commenti, Marco ci segnala un altro interessante post sul tema]

Laicità

Penso che su questioni delicate come questa qualche volta il buonsenso finisce di essere vittima del diritto. Io penso che un’antica tradizione come il crocifisso non può essere offensiva per nessuno.

Pierluigi Bersani

Turiamoci il naso e votiamo l'(U)DC?

giovanniIl problema non è andare a cena con i dirig(g)enti e trovarsi bene, al limite è andare d’accordo con i militanti. Ma le priorità si definiscono tali proprio perché vengono prima di altre cose. Io mi sono convinto che la questione democratica viene prima di ogni altro problema, e se uno decide un metodo poi non può essere troppo ondivago per i gusti personali. [..] Un conto è la mia priorità personale, un conto potrebbe essere quella del comune sentire, e qui non ho certezze. Ma il io mio voto personale sarebbe garantito anche se in un ipotetica alleanza il candidato per la mia zona fosse un UDC retrogrado. Basta che mi promette di votare in rapida successione: un nuovo sistema elettorale ed una legge seria sul conflitto di interessi. Poi pazienza se in commissione cultura vota a favore dell’ampliamento della religione nella scuola dell’obbligo. Mi dispiace, ma anche sapendolo in anticipo lo voterei lo stesso. E tu? E gli altri?

[Giovanni, sul Circolo Obama]