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Requiem for a Dream

Alcuni se ne sono già accorti: questo circolo ha chiuso. Molto ha pesato nella decisione la scarsa attenzione del partito verso i circoli online, che ha portato ad un riconoscimento solo formale ma che non permetteva una reale partecipazione del circolo alla struttura del PD.

Il forum era ormai frequentato da solo una decina di persone e non si riusciva ad andare oltre alla (seppur utile) chiacchiera politica. Le iniziative concrete e le campagne che avevano contraddistinto il circolo nella sua fase iniziale erano un lontano ricordo.

La “vetrina” del blog restava attiva solo grazie al lavoro volontario di una piccola redazione, costretta a citare continuamente blog esterni in quanto internamente la produzione di contenuti era prossima allo zero. In questa situazione è stato sicuramente più maturo fermarsi, e decidere di mettere il proprio impegno a disposizione di qualcosa di nuovo che, si spera, dia migliori risultati.

Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

Healthcare.gov

Oggi, 29 settembre

Poi d’improvviso lei
sorrise
e ancora prima di capire
mi trovai sottobraccio a lei
stretto come se
non ci fosse che lei.

La Casa Bianca diventa green

da Green Magazine

Entro il 2012 pannelli solari installati sul celebre edificio: una proposta fatta direttamente al presidente Barak Obama

La Casa Bianca diventa green

Barak Obama passerà alla storia come il primo presidente nero degli Stati Uniti. Un uomo sul quale sono state riversate enormi aspettative di cambiamento: nelle strategie politiche, militari, economiche e non solo. Ci si aspetta uno sguardo più profondo alle problematiche ambientali, non solo statunitensi, ma mondiali, come è giusto che sia per un leader della sua caratura.

Ecco che è stata rivolta direttamente a lui la proposta di partire dall’edificio più rappresentativo della presidenza degli Stati Uniti – la Casa Bianca – nel dare l’esempio per attuare le buone pratiche di sostenibilità e risparmio energetico. La casa presidenziale dovrà diventare più eco friendly e rispettosa dell’ambiente. Nome in codice del progetto? Globama. Abbastanza emblematico, no?

Globama è portato avanti da un gruppo di aziende private statunitensi che hanno proposto al Presidente l’installazione di pannelli fotovoltaici direttamente sul tetto della Casa Bianca. Ben 102 pannelli, per un valore totale di 107mila dollari, che dovrebbero garantire – stando alle parole dei promotori – un risparmio energetico dell’81% sugli attuali consumi elettrici della casa presidenziale.

Non si tratterebbe di una novità assoluta alla White House: già nel 1979 il presidente Jimmy Carter fece installare 32 pannelli fotovoltaici, tuttavia rimossi nel 1986 dal suo successore, Ronald Reagan. Oggi, forse, i tempi sono più maturi per un deciso restyling della struttura. La quale ha il vantaggio di un’enorme popolarità e l’impatto mediatico di una sua svolta solare potrebbe portare grandi benefici in termini di pubblicità delle energie pulite.

A tal fine è stato creato anche un sito web, attraverso il quale la principale azienda promotrice dell’iniziativa – la Sungevity – espone una vera e propria lettera d’intenti indirizzata al presidente Obama, tramite un viaggio vero e proprio verso la Casa Bianca per reinstallare i pannelli fotovoltaici.

Una primo grande cambiamento è stato segnato dalla sua elezione, speriamo che tanti altri possano arrivare, come iniziative di questo genere: piccole se vogliamo, ma significative per l’opinione pubblica. Ed è da qui che si parte per i grandi cambiamenti culturali, anche a difesa dell’ambiente.

Solo Chicago

Guardo sport, film, Current TV sul satellite mi piace. Onestamente, mi annoio facilmente. C-SPAN [la rete via cavo di news, ndr] può essere bellissima, come nella notte in cui Obama ha vinto le elezioni. C-SPAN è stata la migliore: non c’erano presentatori, solo Chicago. C’era solo la folla a Grant Park, ed era esaltante. E quella è la mia città. Tutti si dicevano: «Oh mio dio, sta succedendo!» Hai visto le foto, c’era qualcuno dalla zona nord, qualcuno da quella sud, qualcuno dalla periferia. È stata la cosa più sinceramente americana che io abbia mai visto, mi entusiasmo solo a pensarci. Non conosco nessuno che non stesse piangendo. Continuavamo a ripeterci: «grazie a Dio questo lungo incubo nazionale è finito».

Bill Murray

L’Italia è il paese che amo

Da giovane ho amato il cinema italiano: Fellini, Antonioni, De Sica. Per quanto riguarda la letteratura, sono più incline ai classici, Dante soprattutto. Non parliamo del cibo. Ma continuo a considerare la regione intorno a Firenze la mia preferita: la luce della Toscana è particolare. Sinceramente non so a chi non possa piacere l’Italia e chi non sia stato influenzato dalla cultura italiana. Sicuramente considero l’Italia parte di me stesso. E le dirò di più: è stato di gran lunga il posto che più è piaciuto alle mie figlie durante il viaggio in Europa. Sono tornate completamente innamorate di Roma emi chiedono continuamente quando ci torneremo.

Barack Obama

Sangue blu

Michelle Obama

Portali, servizi e app store: lo Stato va nello smartphone

L’amministrazione Usa scende in campo da protagonista nel mondo dei programmi per cellulari. Tra le applicazioni più scaricate quelle per calcolare l’indice di grasso, scovare i ricercati e aiutare l’FBI. E Obama fa da apripista di GIULIA BELARDELLI

Portali, servizi e app store lo Stato va nello smartphone Lo Stato fa irruzione nei nostri smartphone e sembra essere il benvenuto. La tendenza inaugurata in grande stile dall’ammistrazione di Barack Obama è destinata a fare da apripista. Nel frattempo le applicazioni col marchio “.gov” si moltiplicano, al punto che di recente è stato inaugurato un “App Store” targato White House, da cui è possibile scaricare gratuitamente applicazioni per il proprio cellulare e suggerire idee e progetti per i nuovi titoli da aggiungere alla library. E’ l’ultima trovata dello staff hi-tech del presidente Usa, che da alcuni giorni ha rimodellato il sito ufficiale dell’amministrazione con una sezione dedicata al regno degli smartphone. Si tratta del primo portale per le applicazioni gestito da un governo, un cambiamento radicale in un mercato fino ad ora concentrato più sul tipo di cellulare che sulla natura del servizio. Al momento lo store, accessibile dal sito apps.usa.gov 1, offre diciotto applicazioni compatibili per iPhone, BlackBerry e Android. In totale, però, sono più di centodieci i progetti per dispositivi mobili al vaglio delle diverse agenzie governative, segno di quanto i fedelissimi di Obama puntino anche sulle apps per promuovere un’immagine della Casa Bianca piuttosto sbiadita (secondo il Pew Research Center, ad esempio, solo il 48% degli americani approva l’operato complessivo del governo).

Il presidente e gli smartphone. Che Obama amasse gli smartphone si era già capito dalla determinazione con cui ha lottato per continuare a usare il suo BlackBerry 2 anche da presidente, malgrado i numerosi problemi di sicurezza e protocollo. Eppure, un anno e mezzo fa, in pochi avrebbero creduto di poter scaricare delle applicazioni direttamente dall’App Store presidenziale. L’uomo che ha dato forma e sostanza all’iniziativa è Vivek Kundra, Chief Information Officer dell’amministrazione statunitense, ovvero il responsabile per l’informatica e le nuove tecnologie. Dal giorno della sua nomina, il 5 marzo del 2009, l’obiettivo di Kundra è stato “rivoluzionare la tecnologia nel settore pubblico” e “colmare la distanza tra burocrazia governativa e mentalità dei cittadini”. Per farlo ha puntato su alcuni dei concetti più caldi del mondo IT, dal cloud computing all’open accessibility, con un’attenzione particolare ai dispositivi mobili e al loro ruolo come provider di servizi.

Cloud computing e info sharing
. Tanto per cominciare lo staff del presidente ha creato una piattaforma dedicata al cloud computing 3, vale a dire il fenomeno di migrazione in rete di software e sistemi operativi. Così è nato apps.gov, contenitore di software online per il business, la produttività, l’informazione e i social media. Il tutto, ha spiegato Kundra, per “promuovere l’efficienza del governo federale e migliorare le connessioni tra stati ed enti locali”. Altro fiore all’occhiello della squadra hi tech è Data. Gov, un’enorme base di dati che mette a disposizione di ogni cittadino le informazioni federali sui temi più svariati, dall’energia ai matrimoni, dall’agricoltura alla salute. L’idea è quella di condividere le informazioni con il maggior numero di persone possibile, seguendo il modello di Facebook e degli altri social network. Un argomento, questo, sul quale Obama non ha bisogno di prendere lezioni da nessuno: con i suoi 4.470.070 seguaci, secondo il Washington Post il presidente è al quinto posto tra i personaggi più popolari di Twitter, alle spalle di star del pop come Lady Gaga e Britney Spears.

Le applicazioni di servizio
. Il primo pacchetto delle Obama-apps ha la funzione di stabilire una comunicazione diretta tra l’amministrazione e il singolo utente. The White House App, ad esempio, fornisce ai proprietari di iPhone un flusso di informazioni sull’agenda della Casa Bianca, comprese le ultime notizie, i video, le foto e tutti gli eventi a cui prende parte il presidente. Sulla stessa linea il sito per cellulari Usa. Gov Mobile, che promette ai visitatori di avere “il governo federale, statale e locale sul palmo della mano”. Dedicato ai pubblici internazionali è invece America. Gov Mobile, piattaforma che fornisce letture sulla vita e la cultura americana, come anche informazioni pratiche su visti, assicurazioni e permessi di lavoro. C’è anche un servizio mobile per gli americani all’estero: accedendo a Find Your Embassy, sul cellulare si visualizzano tutte le ambasciate statunitensi nel mondo con relative mappe e contatti.

Le apps per chi si sposta
. L’offerta dello store governativo procede con una serie di strumenti concepiti per facilitare i viaggi e gli spostamenti. Uno dei più recenti è My TSA, applicazione per iPhone che informa in tempo reale su tutto quello che c’è da sapere per viaggiare in aereo, trasformando in un libro aperto i regolamenti della Transportation Security Administration. Per chi, invece, preferisce viaggiare in macchina il governo americano ha pensato a due applicazioni web che tengano conto anche dell’ambiente: Alternative Fuel Locator (fornisce una mappa dei distributori di carburante alternativo sparsi sul territorio nazionale) e FuelEconomy. Gov (calcola i consumi di gas e petrolio, i costi annuali e l’impronta di CO2 rilasciata da ogni auto).

Un occhio alla salute
. Di pari passo agli sforzi della First Lady Michelle Obama per far dimagrire i suoi connazionali, il team dell’information technology ha messo a punto due apps che invitano alla dieta. BMI Calculator, sviluppata nei laboratori del National Institute of Health, consente di calcolare l’indice di massa corporea, una delle misure più affidabili per stabilire la quantità di grasso presente nel corpo. MyFood-A-Pedia si presenta invece come una guida tascabile al mangiar sano, con le informazioni nutrizionali di oltre mille diversi tipi di cibo. Lanciata proprio in occasione della festa del 4 luglio, c’è poi UV Index, applicazione per Android e BlackBerry che informa i vacanzieri sulle condizioni dell’aria e i livelli dei raggi ultravioletti in qualsiasi località.

Le più particolari
. Una delle app più scaricate dalla library governativa è sicuramente FBI’s Most Wanted, applicazione del Federal Bureau of Investigation per avere sul proprio iPhone i volti e i profili delle persone più ricercate d’America, terroristi inclusi, ma anche le foto dei bambini scomparsi e dei casi in stile “Chi l’ha visto”. Un apposito link permette agli utenti di comunicare eventuali informazioni direttamente all’FBI. Per affrontare ogni emergenza la Casa Bianca propone infine Fema Mobile, “la risposta del governo con il tocco di un pulsante”, un’applicazione che dà indicazioni in caso di uragani, terremoti, alluvioni, attacchi terroristici e ogni genere di disastro pensabile e immaginabile.

Dimostrate al mondo che non ci sono migliori amici né peggiori nemici dei marines

Se mostrate rabbia o disgusto verso i civili, sappiate che state concedendo una vittoria ad al Qaeda e agli altri ribelli.

Ogni volta che salutate un civile iracheno, al Qaeda si rivolterà nella propria tomba.

Gen. James Mattis

Ti piace vincere facile

In vista delle prossime elezioni presidenziali sembra che lo staff democratico voglia strafare e inizi a pensare al Dream Ticket:

A un certo punto nei prossimi mesi, a Joe Biden potrebbe essere assegnata la poltrona di Ministro degli Esteri Usa, e Hillary Clinton potrebbe vedersi elevata alla dignità vicepresidenziale, per sfidare i Repubblicani con la corazzata democratica schierata alla massima potenza nel 2012.